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venerdì 22 aprile 2011

E' morto Vezio

E' morto Vezio, nel suo bar a Botteghe Oscure la storia del Pci.
Il 'compagno' Bagazzini noto a tutti per il locale frequentato da dirigenti e politici del partito. Si è spento all'ospedale San Camillo per problemi cardiaci. Il locale chiuso da novembre 2010 per la crisi. Il cordoglio di D'Alema e Veltroni.
Vezio Bagazzini, conosciuto da tutti a Roma come Vezio, il compagno Vezio, è morto la scorsa notte. Titolare di un bar frequentato da sempre da dirigenti e "compagni" di Botteghe Oscure, Vezio aveva un'infezione a una valvola cardiaca. E' morto nel reparto di rianimazione dell'ospedale San Camillo. Accanto a lui c'era la moglie.
A novembre dello scorso anno si erano abbassate per l'ultima volta le saracinesche dello storico locale nel cuore di Roma, soffocato dalla crisi. Vezio aveva trasferito la sua attività in via Tor di Nona, dopo avere 'ospitato' nella vecchia sede per decenni personaggi di primo piano del comunismo italiano. E non solo. Nel piccolo locale in via dei Delfini 23, vicino al "Bottegone", le fotografie ingiallite appese ai muri conservavano la memoria di Togliatti, Pajetta, Berlinguer e D'Alema. La parete ricordava anche volti dello spettacolo, di ieri e di oggi, da Roberto Benigni a Gian Maria Volontè, da Ursula Andress a Raz Degan.
Nei pochi metri quadrati della "latteria comunista" trovavano spazio anche decine di cimeli del passato comunista. Aperto dal 1969, il bar è sopravvissuto alla caduta del muro di Berlino, alla fine del Partito Comunista e al trasferimento dei partiti della sinistra storica italiana da via delle Botteghe Oscure.
Negli anni precedenti alla chiusura del "Bar Vezio", la minaccia di sfratto aveva provocato la mobilitazione degli affezionati, con petizioni e appelli telematici. Bagazzini, morto a 69 anni, nonostante la salute precaria era anche una presenza fissa delle feste dell'Unità.
"Sono addolorato per la scomparsa di Vezio - ha detto Massimo D'Alema - un amico e un compagno che ci è stato vicino in questi anni, con passione politica e calore umano, nelle travagliate vicende della sinistra".
"Una grave perdita". Così Massimo D'Alema, che ha commentato: "Sono addolorato per la scomparsa di Vezio, un amico e un compagno che ci è stato vicino in questi anni con passione politica e calore umano nelle travagliate vicende della sinistra". Il presidente del Copasir, che per anni ha frequentato il 'baretto' di Vezio, con cui condivideva anche la passione per la Roma l'altro ieri era andato a trovarlo in ospedale.
"Se ne è andato troppo giovane, troppo presto. La notizia della sua morte mi addolora". A salutare Bagazzini è anche Walter Veltroni, che racconta: "Lo conoscevo da sempre: un caffè e uno scambio di battute erano una consuetudine quotidiana per me come per tanti altri che lavoravano a Botteghe Oscure. E con lui una cosa era certa: si finiva immancabilmente a parlare di politica. Era la sua passione che gli aveva fatto tappezzare le pareti di immagini e di foto. Ricordo quelle di Berlinguer e di Petroselli".
"Con Vezio, nei miei anni in Campidoglio, - prosegue Veltroni - avevo cercato di affrontare e risolvere i problemi che lo stavano costringendo a lasciare i vecchi locali, a cui era tanto legato - ricorda - e a trovare una nuova sistemazione. Sono vicino alla sua famiglia e a quanti, tantissimi, gli sono stati legati".